Presentazione del libro "Processo all’obbedienza, la vera storia di don Milani”.
Autore del volume è Mario Lancisi, giornalista e scrittore
L’appuntamento è per giovedi primo marzo, a partire dalle 18.30. Al circolo delle Civiche Stanze sarà presentato il libro “Processo all’obbedienza, la vera storia di don Milani”. Evento già questo, in quanto avere l’occasione di intrattenersi su un libro che affronta l’opera del priore di Barbiana è sempre occasione che merita. Ma il tutto si arricchisce perché autore del volume - e presente nel giorno della sua presentazione - è Mario Lancisi, giornalista e scrittore, biturgense d’origine, che in tenera età lasciò il Borgo per poi intraprendere una carriera che l’ha portato ad essere una delle colonne del Tirreno, oltre che autore di molti testi di successo. “E’ sempre un’emozione tornare a Sansepolcro – ci confida – e riscoprire ambienti, profumi e sapori della mia giovinezza. Sarà un piacere ed un onore essere nuovamente fra voi”. Don Milani dunque, personaggio amato ma anche combattuto, che con i suoi scritti e la sua azione ha segnato un’epoca. Ma qual è la sua attualità oggi? “Duplice. Lui è stato prima di tutto un prete e quindi ha una sua valenza ecclesiale. La recente visita di Papa Francesco a Barbiana rappresenta la volontà di tracciare, da parte della massima autorità in campo religioso, la chiesa del futuro, riconciliandosi appunto con la missione che alla chiesa del tempo aveva dato don Milani. Poi c’è l’aspetto del sociale, quello della scuola in primis. Una scuola in cui ad ogni ragazzo deve essere assicurata identica base culturale”. E quell’insegnamento è applicato nella scuola di oggi? “Quel modello di scuola che c’era a Barbiana è morto con don Milani. Ma resta validissimo il suo messaggio, quello di non discriminare mai, perché non esiste una sola cultura. Personalmente sento parlare sempre di buona scuola, cattiva scuola, eccetera, quasi come se tutto dovesse essere imposto dall’alto. Non è così. La scuola è fatta soprattutto da docenti appassionati e intelligenti”. Il ruolo del maestro è dunque quello principale? “Assolutamente. Si tratta di un lavoro delicato e difficile. Io li pagherei oro gli insegnanti, quelli bravi davvero intendo, e sarei anche per licenziare in tronco quelli incapaci. La politica mette sempre le mani sulla scuola, soprattutto su quella primaria, perché questo è un settore che viene visto come centro di potere, non solo elettorale. E allora si fa e si disfa in continuazione, spesso con esiti negativi, spacciando tutto come riforma. Ma la vera riforma è quella che viene dal basso non certo dall’alto, e deve coinvolgere sempre tutti gli attori quotidiani della scuola, le famiglie, i ragazzi e gli insegnanti, che restano il motore principale di tutto”. Francesco Del Teglia
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