Opinionisti Daniele Bistoni

Piastra logistica a Città di Castello: opportunita’ o cattedrale nel deserto?

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Transitando per la E45 in prossimità della piastra logistica dell'Alto Tevere, sono tornato a pormi da cittadino contribuente, domande che fin dai primi anni in cui si iniziò a parlare di questa grande infrastruttura, mi martellano la mente. Ma questa grande opera quanto sarà utile allo sviluppo economico del territorio? Il rapporto tra lo spreco di terreno fertile di pregio e l'impatto ambientale-paesaggistico in termini di ritorno sul territorio quale sarà? Ci sarà veramente una ricaduta occupazionale sia durante la realizzazione che dopo? Non sarà una mera speculazione a favore di pochi e ai danni dei cittadini nonché proprietari dei terreni interessati?

Alcuni dati riepilogativi dell'impresa: l'area si estenderà su circa 130.000 mq. Il costo previsto si aggira su oltre 19 milioni di euro (che a fine realizzazione sarà sicuramente superiore). Data prevista per il termine dei lavori fine 2015 (è sotto gli occhi di tutti lo stato dei lavori ad aprile 2016).

Le risposte che mi sono dato alle domande prima enunciate, per me sono tutt'altro che positive. Non vedo alcuna utilità allo sviluppo economico del territorio dei due comuni interessati e tantomeno all'Alta Valle del Tevere. Nella mia formazione scolastica mi è stato insegnato che le piastre e/o piattaforme logistiche dovrebbero essere costruite in luoghi logisticamente appropriati e utili; utili allo scambio di merci che viaggiano su intersecazioni o nodi tra gomma/ferro/mare/aria. La piattaforma dell'Alto Tevere si trova all'incrocio di due strade quali la E45 e la E78 (se e quando mai verrà ultimata) quindi con scambio di merci gomma/gomma. L'esperienza della piastra di Orvieto dove lo scambio sarebbe dovuto essere tra gomma/ferro non ha dato i risultati sperati. La stessa Presidente della Regione Catiuscia Marini dichiarò che: "la FCU non risponde affatto, nella tecnologia, ai requisiti per il trasporto su ferro della merce e non è autorizzata al trasporto merci, per questo non è stato progettato il collegamento. La piastra logistica è calibrata per il trasporto su gomma di cui abbiamo ribadito al governo il carattere di priorità" (tuttoggi.info 19/07/2013).

Da decenni la politica avrebbe dovuto risolvere il problema dello sfondamento della Ferrovia Centrale Umbra a nord (sarebbe stato, credo, semplice ed economicamente vantaggioso ripristinare il vecchio tracciato senza andare a cercare vie alternative quali quella verso il mare adriatico) questo sarebbe stato un valore aggiunto e forse visto con occhio benevolo anche dalla Comunità Europea con un progetto di più ampio respiro.

Sempre a mio modesto parere, quest'opera crea e creerà un forte impatto ambientale e paesaggistico di quella che fu la valle, "Anfiteatro che solo natura può disegnare", di Plinio il Giovane che oggi sicuramente si rivolterà nella tomba.

Per quanto riguarda la ricaduta occupazionale bisognerebbe sapere se le aziende che attualmente stanno lavorando all'opera hanno implementato le assunzioni (non credo sia mai stato presentato un piano aziendale in merito) ed i posti di lavoro previsti dopo la realizzazione.

Infine, tutta l'operazione, appare come una speculazione edilizia. Mi domando se un Ente pubblico quale la Regione può espropriare terreni al prezzo di terreni agricoli e poi trasformarli in terreni adibiti a servizi aumentando il loro valore in maniera esponenziale. Tra l'altro su questi terreni mi risulta che i comuni, fino al loro esproprio per "pubblica utilità", hanno richiesto ai proprietari il pagamento delle tasse ICI/IMU come classificazione della destinazione futura (servizi/commerciale). La cosa ha del ridicolo e surreale.

La politica fa veramente gli interessi di tutti i cittadini? Meditate gente, meditate.

Redazione
© Riproduzione riservata
20/04/2016 11:08:28

Daniele Bistoni

Dipendente pubblico amministrativo. Esperienza nel campo della comunicazione pubblica, ha collaborato scrivendo articoli per una testa locale per circa tre anni. Una lunga collaborazione come responsabile del Museo Storico Scientifico del Tabacco di San Giustino, dalla nascita nel 2004 fino al 2014. Appassionato delle tradizioni della Valtiberina, di cucina locale e di sigari Toscani e nazionali. Molto legato alla storia della ex Repubblica di Cospaia tanto da ripristinare nel 2009, sotto l'indirizzo della Fondazione per il Museo Storico Scientifico del Tabacco ed il Comune di San Giustino, la tradizionale festa rievocativa che ad oggi prosegue grazie alla Proloco specifica.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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