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Sestino e la sua festa del patrono San Pancrazio

La figura giovanile del Santo è stata ricordata dal parroco don Absalon

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Il 12 maggio Sestino ha ricordato il suo Santo patrono: San Pancrazio, un giovane che per la sua fede fu decapitato al tempo dell’imperatore Diocleziano. La sua immagine, opera della scuola di G.Lapis, di metà Settecento, è molto venerata ed è posizionata sull’altare a sinistra dell’ingresso della Pieve, dove è conservato il Santissimo Sacramento.

La figura giovanile del Santo è stata ricordata dal parroco don Absalon - nominato a Sestino da qualche mese - per sottolineare che anche i giovani della comunità hanno bisogno di una formazione aggiornata e che la parrocchia intende realizzare varie iniziative, iniziando dai “Campi estivi”. Il parroco ha annunciato che  le prossime  feste  patronali dovranno avere altra caratura. Quest’anno la ricorrenza ha coinciso anche con la Mostra di Primavera delle Chianine.

La diminuzione della popolazione sestinate, la perdita di strutture già della parrocchia, rendono non facile una dinamica e appropriata formazione e vita “di gruppo”. La parrocchia, infatti, negli anni ha ceduto molti suoi beni per permettere la realizzazione delle scuole, della Casa Anziani, degli uffici sanitari. Progetti che potevano riportare strutture al servizio della parrocchia sono state bloccate localmente di recente.

Una comunità millenaria, che conserva arte di straordinaria bellezza e strutture   architettoniche tra le più antiche del Montefeltro - studiate a lungo - si sono arenate nei tempi recenti, per cui, sia l’edificio plebale, sia la cripta ravennate, le stesse strutture murali interne necessitano di interventi già individuati nel 2011. Occorre recuperare -   si ritiene – una serie di lavori per ridare sicurezza, bellezza e risalto alle varie architetture.

L’esterno, a contatto con l’abside, è area archeologica di grande importanza, ma anche essa, a seguito degli studi realizzati, che hanno evidenziato la loro importanza scientifica e turistica, oltre che religiosa, necessita di una piena valorizzazione. 

Come è stato fatto in passato, occorre una coerente attenzione e operatività da parte di tutti gli interessati: Diocesi, Comune e Soprintendenza.

Se, dunque, il parroco ha nel cuore la crescita spirituale dei giovani - e della popolazione, che - anche in questa stagione di grande secolarizzazione - si stringe attorno alla parrocchia, gli Enti che ne hanno il dovere, dovrebbero recuperare quell’attivismo, che in passato ha visto Sestino - e il suo “Piviere Nullius” - al centro di molte attenzioni e frequentazioni, contribuendo alla economia del paese e alla formazione della popolazione.

Giancarlo Renzi

Redazione
© Riproduzione riservata
13/05/2024 18:59:54


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