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Città di Castello, al parco comunale di Rignaldello si ripete il miracolo della vita

Una tradizione che si rinnova da oltre 30 anni all’ombra delle opere di d’arte di Alberto Burri

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Il miracolo della vita si è rinnovato anche in questa primavera nel parco comunale di Rignaldello, dove tre giorni fa sono venuti alla luce cinque cigni. Nella “Casa dei cigni” di Città di Castello, nella quale ogni anno si ripete puntuale una piccola meraviglia della natura, è tornata l’aria di festa che circonda sempre la nascita dei piccoli ospiti che vanno a popolare il lago posto al centro dell’area verde. Una gioia per gli occhi dei bambini che tutti i giorni vengono a giocare con i genitori e i nonni, davanti ai quali la magia della vita si è manifesta in tutta la sua autenticità e in tutta la sua perfezione, con straordinaria semplicità. Checco e Gisella, i cigni adulti che da anni vivono nel parco, hanno fatto un altro regalo alla comunità tifernate, così affezionata e legata a una presenza e a una tradizione che poche città e pochi territori hanno la fortuna di vantare. Subito a loro agio nelle acque del lago dopo il parto, i piccoli uccelli acquatici hanno iniziato a circumnavigare la loro nuova dimora. Sempre in fila dietro a mamma Gisella, sotto lo sguardo vigile di papà Checco, hanno subito fatto amicizia con gli amici che ogni primavera accudiscono le nuove covate: Alberto Alunni, consigliere della sezione di Città di Castello dell’Arci Caccia che gestisce in convenzione da oltre vent’anni l’area verde comunale, e il presidente del sodalizio Luigi Falleri. Sono già tanti coloro che hanno fatto tappa nel parco per le immancabili foto e per i selfie che ritraggono la bellezza e la delicatezza dei primi momenti di vita dei piccoli cigni, a due passi dalle testimonianze artistiche del maestro Alberto Burri. Lo specchio d’acqua nel quale abiteranno con i propri genitori si trova, infatti, a pochi metri dalla collezione degli Ex Seccatoi del Tabacco, che si stagliano sullo sfondo con la loro maestosa struttura completamente nera, circondata dalle sculture color rosso che impreziosiscono la sede espositiva. L’anno scorso erano stati sette i figli dati alla luce da mamma Gisella, uno dei parti più numerosi mai registrati al parco di Rignaldello, dove il miracolo della vita è un dono puntuale della natura da oltre 30 anni, da quando si stabilì il primo abitante, che si chiamava sempre Checco e che era stato rinvenuto ferito lungo la superstrada E45. Solo nel 2020, l’anno del Covid-19, questa straordinaria consuetudine si era curiosamente arrestata, destando stupore e interrogativi sulla particolarissima coincidenza. Per il parco alle porte di Città di Castello il rinnovarsi di una delle tradizioni entrate a pieno titolo nella storia della comunità tifernate segna l’ideale risveglio della natura dopo l’inverno, che si accompagna al ritorno dei tantissimi bambini che amano divertirsi con le famiglie nei prati e sui giochi dell’area verde. In vista della stagione estiva, l’amministrazione comunale, che investe costantemente nello spazio naturalistico a due passi dal Tevere dopo il restyling del 2016 con cui è stato ridisegnato e attrezzato, ha messo in cantiere un intervento di sistemazione della strada che lo collega a via Rignaldello. Nell’ambito della convenzione per l’esecuzione di interventi di manutenzione e difesa del territorio, attraverso l’assessorato all’Ambiente la giunta ha dato mandato all’Agenzia Forestale Regionale dell’Umbria di eseguire alcuni lavori resi necessari  dalle intense precipitazioni dei mesi scorsi, che hanno determinato fenomeni di erosione dell’argine sul fosso di Meltina e la frana di un tratto della staccionata che costeggia la carreggiata. Nelle prossime settimane AFOR si occuperà pertanto di realizzare una scogliera in pietrame per il consolidamento dell’alveo del fosso di Meltina sul fronte eroso e della collocazione di una griglia per la raccolta e la regimazione delle acque di scolo dalla strada. L’intervento sarà perfezionato dalla ricostruzione dell’argine e dal rifacimento della staccionata di perimetrazione su tutto il tratto attualmente divelto, che sarà raccordato con la porzione di recinzione ancora funzionale.

Il parco comunale di Rignaldello. Situato lungo la sponda sinistra del fiume Tevere, nei pressi del quartiere di Rignaldello, appena fuori le mura della città, è stato realizzato dall’amministrazione comunale negli anni ’90 sotto la progettazione e la direzione del dottor Marco Bani, biologo, ambientalista, oltre che speleologo. L’area è nota come “parco dei cigni”, per la presenza di questi animali da circa 30 anni. Il primo esemplare venne trovato lungo la superstrada E45 e, dopo essere stato curato con l’aiuto di un veterinario, fu introdotto nel parco. Nell’ambito della riqualificazione dell’asta del Tevere da parte del comune di Città di Castello, il parco ambientale di Rignaldello nel 2016 è stato interessato da un profondo restyling del lago, dell’area attrezzata per il gioco, dei percorsi, degli spazi verdi e degli ingressi. Un impianto di fitodepurazione garantisce la filtrazione e, dunque, la pulizia delle acque del lago, dove vivono cigni, ma anche specie migratorie, come germani, pesci d’acqua dolce e tartarughe. Il parco offre anche la possibilità di fare esperienze ambientali, grazie a cinque aree tematiche (percorso sensoriale, lettini aromatici, accampamento indiano, area lettura e percorso per la caccia alle impronte) e un centro servizi con materiale informativo e pubblicazioni a carattere divulgativo per scuole, associazioni e turisti.

Redazione
© Riproduzione riservata
10/05/2024 17:34:59


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