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Identità toscana vuol dire anche tutelare la salute di tutti

Il festival a Palazzo Strozzi Sacrati si conclude parlando di sanità e patologie del cuore

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Riflettori puntati sulla medicina e la chirurgia del cuore nella giornata conclusiva del festival dell’identità toscana a Palazzo Strozzi Sacrati in piazza del Duomo a Firenze: per raccontare le migliori pratiche, per discutere delle sfide attuali e future e pensare a come rafforzare ulteriormente i servizi e rispondere ai bisogni dei cittadini. Su più tavoli: innovazioni tecnologiche alle strategie di prevenzione, passando dalla gestione integrata dei pazienti.    

“Le eccellenze sanitarie regionali sono tante” ricorda il presidente Giani. “Pur tra le difficoltà che riguardano tutta italia, il nostro  rimane uno dei migliori sistemi sanitari del Paese e tra i livelli più alti in Italia e Europa” annota l’assessore Bezzini. 

E così l’ultimo appuntamento del festival dell’identità, partendo dalle patologie cardiache, diventa una giornata sul diritto più ampio alla salute e le politiche per tutelarlo, “parte – riprende ancora Bezzini – dell’identità fondativa di questa regione”.  “Un diritto – annota – messo a rischio dai tagli alla sanità pubblica: l’ultimo riguarda quello all’edilizia sanitaria, pari ad un miliardo e duecento milioni per tutta l’Italia”. “Il problema della risorse e dei medici che non si trovano non è da sottovalutare – conclude -  Ma dobbiamo trovare un nuovo equilibrio tra bisogni, la demografia che cambia e la sostenibilità del sistema e dunque spingere sulle innovazioni” . 

“Sulla medicina del cuore – entra nel vivo del tema della giornata Giani - abbiamo strutture e medici di eccellenza riconosciuta e certificata: dall’ospedale di Careggi a Firenze, tra i migliori d’Italia per l’agenzia Agenas del ministero della salute, alla Fondazione Monasterio a Pisa e a Massa, prima solo ospedale per bambini ed oggi per tutti”. “Sulla cura degli infarti – prosegue il presidente  – negli ultimi tre anni abbiamo sempre occupato  la prima o la seconda posizione per risposta e velocità di intervento, con tassi di mortalità che in alcuni casi sono la metà di quelli nazionali”.     
 
Si tratta di risultati frutto di un lavoro di squadra, come è emerso durante il convegno, perché la medicina toscana del cuore,  come ricorda l’assessore Bezzini, non riguarda solo gli ospedali ma  anche la prevenzione e i servizi sul territorio. Le patologie cardiovascolari sono la principale causa di morte in Italia. Ma grazie alla forte collaborazione tra territorio, 118 ed ospedale in Toscana si muore di infarto meno che nel resto d’Italia – il tasso regionale è pari al 5,69 contro il 7,42 di quello nazionale – ed accade perché la rete di emergenze cardiologiche consente una tempestiva presa in carico dei pazienti

Nel  corso del convegno tanti sono i numeri che raccontano un’assoluta eccellenza. Nelle quindici struttura emodinamiche della sanità pubblica toscana lavorano un’ottantina di cardiologi, con oltre 16.870 coronagrafie fatte in un anno e 8.200 angioplastiche. Si parla anche di pratiche virtuose. I quattro centri che dispongono di cargiochirurgia assicurano, ad esempio, il trattamento della valvola aortica, mitralica e tricuspide attraverso l’approccio percutaneo, ovvero con un semplice forellino sulla gamba: un intervento meno invasivo con cui trattare pazienti anche con più di 75 anni o fragili.  Ma soprattuto, report di Agenas alla mano, si contano diffusi risultati clinici molto al di sopra della media nazionale: su 1418 interventi di bypass aorto-coronarico il tasso di mortalità è quasi la metà di quello nazionale (1,2 contro 2,17) e su 3.682 interventi di valvuplastica la mortalità registrata è 1,36 contro 2,42. 

Si innova nelle strutture cardiochirugiche della Toscana ma si fa anche ricerca, attraendo peraltro finanziamenti aggiuntivi rispetto a quelli ordinari del servizio sanitario. E oltre agli ospedali ci sono i servizi sul territorio, essenziali per raggiungere i migliori risultati. Nella regione si contano dieci centri che garantiscono prestazioni ambulatoriali per correggere ad esempio le aritmie cardiache,  mentre Siena fa da riferimento per tutta la regione per le assistenze ventricolari meccaniche e i trapianti di cuore.  

Non meno eccellente è la sanità digitale toscana, fino alla telemedicina, e la rete che si rivolge ai piccoli pazienti. La Toscana vanta una delle poche cardiochirurgie pediatriche e neonatali italiane  che per volumi supera i duecentocinquanta interventi e con i migliori esiti a livello europeo, grazie a due realtà come l’ospedale pediatrico Meyer di Firenze e la Fondazione Monasterio in collaborazione con le altre strutture sanitarie regionali.  
 

Redazione
© Riproduzione riservata
22/03/2024 18:20:29


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