I Corsi di Laurea in Cannabinologia: è davvero il futuro?
L’università per il business della cannabis
Il mercato della cannabis legale cresce di anno in anno e coinvolge sempre più persone e settori. Il business ha raggiunto vette incredibili anche nel nostro Paese, generando fatturati impressionanti.
Per farsi un’idea di questo mercato, basterebbe visionare l’offerta a disposizione dei clienti nei negozi specializzati che ospitano non solo canapa, ma anche altri di ogni genere.
L’hashish legale sullo shop online Justbob, ad esempio, è uno dei prodotti che vanno per la maggiore perché offre tassi di CBD molto alti rimanendo comunque privo di THC.
Questo settore in fortissimo sviluppo, rivela adesso la necessità impellente di andare a formare i nuovi professionisti che andranno ad operare in questo particolare segmento.
Ecco perché si stanno moltiplicando i corsi di studi per professionisti del settore della marijuana depotenziata, in tutt’ Italia. Gli atenei che si affacciano a questa nuova possibilità sono in continua crescita.
L’università per il business della cannabis
Negli Stati Uniti già da tempo la cannabis legale e l’economia ad essa legata, sono diventate materie di studio in moltissime università di prestigio.
Ad esempio, in Colorado, vi è la possibilità di accedere ad un corso di laurea che esplicitamente fa riferimento alla “biologia e chimica della marijuana”, una vera e propria rivoluzione nel modo di pensare a questa pianta che per anni è stata criminalizzata.
Una rivoluzione che ha suscitato molta attenzione più che altro per il lato formale: mai era stata inserita la parola “marijuana” all’interno del nome di un corso di laurea.
Stiamo parlando quindi di un corso di studi che si sviluppa in quattro anni e che offre l’opportunità di prepararsi accademicamente alle nuove legalizzazioni delle droghe leggere.
Ovviamente non si tratta di una laurea per giocare a fare gli “hippie”, ma di un serio corso di studio di chimica, matematica e biologia avanzata che permette agli studenti di prepararsi a sfruttare le opportunità di una nuova fetta di mercato.
Nei laboratori universitari si insegna agli studenti a fare l’estrazione dei principi attivi della pianta, ad analizzare il suolo e gli effetti della sostanza sul corpo umano.
Il settore della marijuana legale è in continua crescita e le opportunità di business si moltiplicano di giorno in giorno visto che si aprono continuamente nuovi mercati in tutto il mondo.
Gli Stati Uniti, come è noto, sono molto sensibili all’argomento del denaro e gli atenei si sono subito lanciati: la Northern Michigan University, ad esempio, già diversi anni fa aveva lanciato un corso di laurea su scienza e business della coltivazione della marijuana.
Ma anche la Cornell University di New York, così come l’Università del Maryland e la McGill di Montreal, in Canada, hanno messo a disposizione corsi specifici, certificati, e corsi di laurea con un focus sulla marijuana.
Ma non solo Stati Uniti: anche in Israele si sono aperti corsi di studi sulla cannabis per utilizzi medici presso un istituto importante, il Max Stern Yezreel Valley.
E’ bene precisare che stiamo parlando di veri e propri corsi di laurea e non più di scuole sui generis che offrono lezioni informali, quasi a scopo provocatorio, nelle città particolarmente sensibili all’argomento, o di workshop a pagamento che non rilasciavano nessun credito.
In America sono oramai 29 gli Stati in cui è stata legalizzata la marijuana a scopo medico ed in 8 è stato reso legale anche il suo utilizzo a fini ricreativi.
La sensazione è quella di una tendenza che andrà ad incrementare continuamente lo “spazio legale” e dunque ad accrescere il business. Per questi motivi la ricerca da parte di aziende private e pubbliche di professionisti del settore specializzati è sempre in crescita.
La situazione italiana
Nel Bel Paese, come ben sappiamo, le cose vanno un po’ a rilento rispetto agli USA. L’Italia si muove sempre in modo circospetto quando si trattano tematiche che possono aprire polemiche e dibattiti infiniti.
Ma è pur vero che qualcosa si muove. Ad esempio L’Università La Sapienza di Roma, presso la facoltà di Scienze politiche, sociologia e comunicazione, a fine 2019 ha messo in cantiere un laboratorio che ha fatto sollevare più di un sopracciglio: “Analisi socio-economica del mercato della cannabis”.
Questo laboratorio si inserisce nel corso di laurea magistrale in scienze sociali applicate e viene condotto da professori che hanno una certa esperienza sullo studio degli sviluppi economici legati al mercato della marijuana.
Anche nel Nord Est si sono raccolti dei segnali importanti: infatti l’Università degli Studi di Padova ha creato un master, proposto dal Dipartimento di Neuroscienze, che si concentra sulla ricerca finalizzata all’uso della cannabis sativa in ambiti farmaceutici, medicinali, agroindustriali e alimentari.
Molti altri atenei stanno valutando questo interessante ambito di studi ma il problema è capire con chiarezza la realtà dell’offerta lavorativa in questo particolare ambito.
Le previsioni sono davvero rosee, per non dire entusiasmanti, perché si considera che nei prossimi dieci anni il mercato della cannabis legale potrebbe portare ad un giro d’affari che dovrebbe essere compreso tra i 7 e i 30 miliardi di euro. Considerando l’indotto ovviamente.
L’Italia guarda con molta attenzione a questo mercato anche perché la nostra nazione era stata uno dei maggiori produttori di canapa durante gli anni ’40 del Novecento.
I terreni coltivati nel giro di cinque anni sono aumentati di dieci volte, secondo quanto riporta la Coldiretti, e la riscoperta della cannabis ha già generato nel nostro Paese un giro d’affari che supera i 40 milioni di euro.
L’Associazione europea canapa industriale (Eiha) ha fornito una valutazione differente per quanto riguarda il mercato europeo del CBD per uso farmaceutico: circa 2 miliardi di euro.
Seppure le stime non concordino quasi mai e da indagine ad indagine i dati possono cambiare molto, è evidente che il business c’è ed è pronto a fare l’esplosione definitiva.
Uno dei problemi più evidenti in Italia è però legato al quadro normativo che può essere strumentalizzato a fini politici e questa incertezza ovviamente frena gli entusiasmi anche degli studenti.
Seppure nel nostro Paese attualmente le normative considerino il CBD del tutto legale si teme che l’atmosfera politica possa cambiare idea velocemente e i corsi di studi con a tema lo sviluppo della marijuana legale faticano a decollare.
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