Petrolio e salinità provocano la strage di delfini e tartarughe
Effetti postumi della fuoriuscita di petrolio del 2010 nel Golfo del Messico
La marea nera continua a mietere vittime. Si tratta dei delfini decimati dagli effetti postumi della fuoriuscita di petrolio causata dall’incidente dell’aprile 2010 alla piattaforma off-shore Deepwater Horizon che operava nel Golfo del Messico per conto di British Petroleum. Uno dei peggiori disastri naturali che siano mai accaduti nella storia dell’uomo e che, a 9 anni di distanza fa sentire ancora i suoi effetti. Dallo scorso febbraio almeno 279 delfini si sono incagliati lungo le coste americane del sud-est. E nel 98% dei casi i mammiferi marini sono morti. A lanciare l’allarme sono gli scienziati del National Oceanic and Atmospheric Administration che lavorano per individuare le cause della più devastante moria di delfini negli Stati costieri statunitensi – Texas, Louisiana, Mississippi, Alabama e Florida – che si affacciano sul Golfo del Messico.
La catastrofe
Le prime ricerche ricollegano la strage dei mammiferi marini agli «effetti persistenti della fuoriuscita di petrolio oltre alla bassa salinità dell’Oceano, causata dagli alti livelli di acqua dolce proveniente da fiumi in piena e al canale di scarico della Louisiana», spiega Teri Rowles del Noaa. Nella suddivisione per Stati il numero più alto, ovvero 121 di delfini spiaggiati, è stato registrato nel Mississippi, mentre 89 sono stati individuati in Louisiana, 32 in Alabama e 37 in Florida. Secondo altri esperti, in Mississippi l’entrata in servizio del Bonnet Carré, un meccanismo di controllo delle inondazioni nella bassa valle del fiume, ha avuto sui delfini ripercussioni più gravi rispetto alla fuoriuscita della BP di 9 anni fa. Tuttavia la Noaa minimizza l’impatto dell’acqua dolce sui cetacei, non identificata come causa determinante della loro morte, rispetto ai prodotti chimici e altre sostanze tossiche contenute nei fiumi e dai cambiamenti organici delle specie di cui si nutrono i delfini.
I mammiferi marini non sono le uniche vittime degli stravolgimenti degli equilibri del Golfo: in Louisiana e nel Mississippi, infatti, è aumentato anche il numero di tartarughe spiaggiate e questa sembra essere laconseguenza degli stessi fattori responsabili dell’incagliamento dei delfini. A conferma dei pericolosi mutamenti che affliggono le acque degli oceani è giunta inoltre la notizia secondo cui lungo la costa della California il caldo ha letteralmente lessato le cozze nel loro guscio. Si tratta di un’altra catastrofe ecologica, in quanto i banchi di cozze servono come rifugio e habitat per molte specie.
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