La minaccia di Teheran: l’Iran supera i 300 kg di uranio arricchito fissati come limite
La strategia è spingere l’Europa a fare pressioni sugli Usa per eliminare le sanzioni
Secondo l’agenzia semiufficiale iraniana Fars, Theran avrebbe superato il limite stabilito dall’accordo sul nucleare di 300 kg di uranio arricchito al 3,76%. Il tetto era stabilito dall’accordo firmato nel 2015 ma oggi in bilico dopo il ritiro deciso lo scorso anno dagli Stati Uniti di Donald Trump.
Il 17 giugno scorso il portavoce dell’Organizzazione iraniana per l’energia atomica, Nehrouz Kamalvandi, aveva annunciato «l’inizio del conto alla rovescia per superare il tetto dei 300 chilogrammi» nell’arco di dieci giorni. Se quanto dichiarato da Fars dovesse dimostrarsi vero, questo significherebbe che l’annuncio era sincero. L’Iran ha intensificato la produzione di uranio arricchito in risposta alle sanzioni reintrodotte dagli Stati Uniti. L’uranio arricchito è utilizzato per produrre combustibile per reattori ma è potenzialmente utilizzabile anche per armi nucleari. La strategia di Teheran è chiara: violare gradualmente l’accordo del 2015 in modo da spingere gli Stati europei a fare pressioni su Washington perché vengano ritirate le sanzioni nei confronti dell’Iran. È dubbio che l’Europa sia in grado di fare questo genere di pressioni, ma la strada di Teheran è segnata. Non a caso ha minacciato di aumentare il livello di arricchimento dell’uranio fino al 20% da domenica. Questo consentirebbe di avere circa il 90% del materiale necessario per produrre una bomba.
L’annuncio proveniente dall’Iran giunge in un periodo molto teso tra Iran e Stati Uniti. I primi hanno abbattuto un drone americano sullo stretto di Hormuz e tra i due Paesi c’è una contesa sulla legittimità dell’abbattimento. Ma soprattutto Washington accusa Teheran di aver danneggiato due petroliere mentre stavano attraversando il Golfo dell’Oman.
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