Hong Kong, manifestanti dentro l’area del Parlamento, la polizia ordina l’evacuazione
Ancora scontri e tensione nell'anniversario della riunificazione con la Cina
Dopo gli scontri in mattinata tra polizia e manifestanti, un piccolo numero di persone è riuscito a entrare nel compound dell’entrata principale del Parlamento raggiungendo l’edificio centrale del Parlamento di Hong Kong. Secondo il South China Morning Post, per la prima in assoluto la polizia ha issato la bandiera rossa che ordina l’evacuazione immediata dell’edificio. I manifestanti stanno tentando di forzare il pesante ingresso interno del Parlamento usando barre di metallo divelte dalla stessa struttura e altri arieti di fortuna come transenne e carrelli di grosse dimensioni. Ad attenderli, all’interno, la polizia in tenuta antisommossa con scudi e maschere antigas con almeno uno degli agenti dotato di fucile capace di sparare proiettili di gomma. Un funzionario sta urlando nel megadono di porre fine a ogni azione illegale: «Chiunque entri sarà immediatamente arrestato».
Inutile qualunque tentativo, anche dell’opposizione, di raffreddare gli animi. Il deputato Roy Kwong ha invitato «a non prendere d’assalto» la struttura perché «quelli che stanno manifestando pacificamente fuori saranno i primi a soffrirne». La risposta: «Voi deputati siete inutili». Le proteste sono iniziate in mattinata durante la cerimonia dell’anniversario della riunificazione di Hong Kong con la Cina, che per la prima volta si è svolta al chiuso. La polizia dell’ex colonia britannica ha fatto uso di manganelli e spray urticanti per cercare di disperdere i dimostranti che fin dalla notte si erano riuniti vicino ai palazzi del governo. Muniti di occhiali da piscina e mascherine per difendersi dai lacrimogeni, i manifestanti hanno continuato ad assediare i palazzi del governo, malgrado l’intervento della polizia. Sono state anche costruite barricate con pezzi di cancelli di ferro e assi di legno. Secondo i media locali sono stati dispiegati almeno 5mila agenti in assetto anti sommossa.
Con la scusa della pioggia che si era abbattuta su Hong Kong, le autorità avevano comunicato che per la prima volta la cerimonia si sarebbe svolta al chiuso del Centro congressi di Wan Chai. La leader dell’esecutivo di Hong Kong, Carrie Lam, aveva pronunciato un breve discorso di sei minuti, in cui aveva promesso di riformare il suo stile di governo. Ogni anno l’opposizione organizza proteste per l’anniversario della riunificazione con la Cina, ma quest’anno la situazione è particolarmente tesa dopo le manifestazioni che sin da metà giugno hanno portato nelle strade almeno un milione di persone contro la legge di estradizione.
Carrie Lam ha sospeso l’approvazione del provvedimento, che avrebbe permesso di estradare in Cina cittadini e residenti, annullando di fatto le garanzie democratiche del sistema giudiziario di Hong Kong. La protesta è tuttavia continuata per chiedere le dimissioni della Lam, considerata troppo vicina a Pechino. Gli abitanti di Hong Kong appaiono sempre più decisi a voler difendere l’autonomia e le garanzie democratiche promessi all’ex colonia britannica fino al 2047 nell’ambito dell’accordo che 22 anni fa ne ha sancito il passaggio sotto la sovranità cinese.
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