Opinionisti Claudio Cherubini

Omaggio al Merletto di Sansepolcro

L’importanza delle trine nella realtà socio-economia di Sansepolcro

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L’associazione “Il merletto nella città di Piero della Francesca” ha reso omaggio a questa antica arte attraverso la pubblicazione di un libro che sabato 29 settembre è stato presentato nel piccolo spazio museale dedicato all’opera della scuola delle sorelle Marcelli in piazza Garibaldi a Sansepolcro.

Quando a fine Ottocento Adele e Ginna Marcelli iniziarono la loro attività, ancora le trine adornavano i vestiti di ogni ceto sociale. Le sorelle Marcelli inizialmente si inserirono in questa tradizione, ma poi contraddistinsero i loro merletti tanto da identificarli come un prodotto tipico della loro scuola e il primo riconoscimento arrivò, con la medaglia d'oro all'Esposizione Internazionale di Milano nel 1906. Seguirono altri riconoscimenti che qualificarono il merletto di Sansepolcro come uno dei migliori d’Italia.

L’importanza delle trine nella realtà socio-economia di Sansepolcro è testimoniata da un famoso aneddoto: “Sora Gina, io e lei abbiamo dato lavoro a tutta la Valtiberina”. Così Marco Buitoni a metà del secolo scorso salutava Ginna Marcelli, titolare della “Premiata Scuola di Merletto a Fusello di A. e G. Marcelli”. Sono queste le due attività economiche che per prime nell’età contemporanea portarono i prodotti di Sansepolcro fuori della valle fin oltre oceano. E le trine delle sorelle Marcelli precedettero di una trentina d’anni i prodotti Buitoni nel Nord America.

Per tutti gli anni Venti, il laboratorio di Ginna Marcelli continuò ad avere un'importanza crescente nell’economia di Sansepolcro. Nel 1922 trovavano lavoro oltre 50 ragazze nel laboratorio di Sansepolcro e molte di più erano le donne sparse nella Valtiberina che lavoravano per la Marcelli. Secondo il podestà Facchini erano oltre 600 le donne impegnate nel 1927 in queste lavorazioni e non lavoravano tutte soltanto per la Marcelli. Infatti sull’onda del successo della Marcelli altre merlettaie si erano messe in affari. La scuola delle sorelle Marcelli creò tante maestre dell’arte del merletto a fusello e queste a loro volta lo diffusero a molte altre donne.

Allieva di Ginna Marcelli è Lelia Riguccini, presidente dell’associazione “Il merletto nella città di Piero della Francesca” e autrice del libro Omaggio al merletto di Sansepolcro, una pubblicazione fotografica di 210 pagine stampata dallo Stabilimento Arti grafiche di Sansepolcro e sponsorizzata da Leo Checcaglini.

Il volume, suddiviso per tipologie di lavoro e tematiche del disegno, inizia con un centro realizzato nel 1960 da Lelia Riguccini nel corso didattico presso la scuola della Marcelli, ma poi le altre fotografie riguardano opere eseguite in questi ultimi vent’anni da diverse merlettaie, realizzate su disegni della scuola Marcelli e soprattutto di Lelia Riguccini.

Il libro è una testimonianza della prolifica attività della scuola dell’associazione “Il merletto nella città di Piero della Francesca” guidata dalla stessa Riguccini e da Anna Capozzi che prosegue la tradizione sulle orme della Marcelli affinché non venga perduta questa laboriosa arte e si conservino quegli elementi caratterizzanti del merletto di Sansepolcro. Ginna Marcelli morì nel 1977, alla veneranda età di 95 anni, ma già il lavoro del tombolo era decaduto con la crisi dell’artigianato. Da allora si avviò un processo che aveva più il fine di conservare la tradizione che quello di incentivare la produzione e che culminò nel 1983 in una mostra a Sansepolcro che celebrava “l’iniziatrice del merletto al tombolo di Sansepolcro e la fondatrice della ‘Premiata Scuola di Merletto a Fuselli di A. e G. Marcelli’” e raccoglieva i merletti più prestigiosi conservati dalle famiglie della città. Contrariamente a quanto scrive l’ex assessore alla Cultura, Paola Cardelli, nella sua Presentazione al volume di Lelia Riguccini la mostra del merletto del 1983 non nacque dall’iniziativa di Anita Chersi Casini che invece ha il merito di aver raccolto in un libro nel 1996, edito da Petruzzi di Città di Castello dal titolo Ginna Marcelli e il merletto di Sansepolcro, un’ampia documentazione sulla Marcelli e sulle altre merlettaie di Sansepolcro. Gli onori di quest’idea vanno al Centro Culturale di Sansepolcro, presieduto da Paolo Piovaticci, e in particolare dal suggerimento di un socio anghiarese, il pittore Michele Boncompagni. Il successo di quell’esposizione, ne determinò un seguito l’anno successivo e una frequenza biennale che per merito delle merlettaie e del Centro Culturale assunse un respiro internazionale e arrivò fino al 2012. Un altro omaggio al merletto di Sansepolcro sarebbe ridare vita a questa biennale.

Redazione
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08/10/2018 15:38:01

Claudio Cherubini

Imprenditore e storico locale dell’economia del XIX e XX secolo - Fin dal 1978 collabora con vari periodici locali. Ha tenuto diverse conferenze su temi di storia locale e lezioni all’Università dell’Età Libera di Sansepolcro. Ha pubblicato due libri: nel 2003 “Terra d’imprenditori. Appunti di storia economica della Valtiberina toscana preindustriale” e nel 2016 “Una storia in disparte. Il lavoro delle donne e la prima industrializzazione a Sansepolcro e in Valtiberina toscana (1861-1940)”. Nel 2017 ha curato la mostra e il catalogo “190 anni di Buitoni. 1827-2017” e ha organizzato un ciclo di conferenza con i più autorevoli studiosi universitari della Buitoni di cui ha curato gli atti che sono usciti nel 2021 con il titolo “Il pastificio Buitoni. Sviluppo e declino di un’industria italiana (1827-2017)”. Ha pubblicato oltre cinquanta saggi storici in opere collettive come “Arezzo e la Toscana nel Regno d’Italia (1861-1946)” nel 2011, “La Nostra Storia. Lezioni sulla Storia di Sansepolcro. Età Moderna e Contemporanea” nel 2012, “Ritratti di donne aretine” nel 2015, “190 anni di Buitoni. 1827-2017” nel 2017, “Appunti per la storia della Valcerfone. Vol. II” nel 2017 e in riviste scientifiche come «Pagine Altotiberine», quadrimestrale dell'Associazione storica dell'Alta Valle del Tevere, su «Notizie di Storia», periodico della Società Storica Aretina, su «Annali aretini», rivista della Fraternita del Laici di Arezzo, su «Rassegna Storica Toscana», organo della Società toscana per la storia del Risorgimento, su «Proposte e Ricerche. Economia e società nella storia dell’Italia centrale», rivista delle Università Politecnica delle Marche (Ancona), Università degli Studi di Camerino, Università degli Studi “G. d’Annunzio” (Chieti-Pescara), Università degli Studi di Macerata, Università degli Studi di Perugia, Università degli Studi della Repubblica di San Marino.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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