Opinionisti Giacomo Moretti

Si è perso un popolo

La sinistra si é persa perché ha pensato solo alle poltrone

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Alla fine delle numerose tornate elettorali che abbiamo vissuto durante quest’anno, una prima cosa da dire è che FINALMENTE la campagna elettorale è finita.

Anche se sarebbe meglio dire “le campagne elettorali”, in quanto prima e dopo le elezioni politiche del 4 marzo vi sono state le elezioni regionali, in cinque regioni importanti come Lazio e Lombardia.

Certamente, dopo la pesante sconfitta del 4 marzo, il centrosinistra o quel che ne rimaneva, ha subito ulteriori capitolazioni, tra le quali quelle più pesanti durante le ultime amministrative.

Ovviamente le sconfitte più pesanti e brucianti sono avvenute in quella che una volta veniva definita “terra rossa”.

In questi giorni infatti non si fa che parlare della presa di Pisa e Massa da parte del centrodestra a forte trazione leghista.

Anche da noi, in Provincia di Arezzo, nei due comuni che andavano al voto, Capolona e Caprese Michelangelo, la sinistra è stata spazzata via.

Sempre da noi, ormai l’Umbria è la regione più verde d’Italia, non mi riferisco ovviamente alle bellezze naturalistiche e ambientali, quelle ci sono da sempre, ma al fatto che vincano in Umbria sindaci leghisti, con percentuali bulgare, dove prima la sinistra spadroneggiava: Umbertide ma soprattutto Terni, dove la base elettorale è composta da quelle categorie sociali che una volta si sentivano rappresentate dalla sinistra.

Che dire poi, la caduta delle rosse mura senesi era al di fuori di ogni possibile immaginazione, ma per poco più di 300 voti anche Siena è stata perduta.

Oggi tutti citano queste tre città, tre città simboliche, tre città che erano apice di quella che fino a poco tempo fa era la Toscana rossa, che non esiste più, dove il rosso ormai si trova confinato solo a Firenze e Prato, dove peraltro si voterà a breve.

Tutti dicono che il centrosinistra, con il Pd in testa, ha perso nelle città e che ormai la sinistra sia all’estinzione.

Ogni articolo e analisi politica di questi giorni inizia con i nomi di Siena, Pisa e Massa. Giusto, ma secondo il mio parere non è li che la sinistra ha perso.

Credo che la sconfitta sia ancora più profonda. Se ci si limitasse a circoscrivere la sconfitta della sinistra a delle città, si farebbe un errore.

Una città la puoi sempre riprendere se i nuovi sindaci faranno bene il loro lavoro, magari verranno confermati, se invece faranno male tra cinque anni il cambio di colore è sempre possibile.

No no, si è perso un popolo, un popolo che era ed è stato per anni di sinistra, che ha votato a sinistra ma che ora ha deciso di “far pagare” quel consenso mal riposto togliendo i gioielli di famiglia ad un centro sinistra in rotta.

Dicevo che non si è perso nelle città, si è perso altrove.

Gli esempi si possono sprecare.

Si è perso quando per anni i dati dicono che vi sono in Italia 5 milioni di poveri e si è fatto poco o nulla per ovviare ai problemi di chi, giorno dopo giorno, vedeva la propria condizione economica scivolare nelle povertà.

Si è perso ai CUP, quando andando a prenotare una visita ci si sente dire: “Guardi, il primo posto utile è tra quattro mesi ma se vuole fare la visita a pagamento può venire domani quando vuole”.

Si è perso durante i tanto sbandierati convegni sulla viabilità, durante i quali ci veniva spiegata la bellezza dei nuovi tracciati della E78 (sono 40 anni che se ne parla), e poi tutti i giorni siamo costretti a fare lo slalom gigante tra buche che talvolta sono pericolosissime voragini.

Si è perso quando ci veniva spiegato quanto fosse bello far gestire l’acqua dai privati, quanti investimenti belli sarebbero ricaduti nei territori. Si è perso quando a chi si opponeva a questo sistema veniva detto che “l’acqua sarebbe rimasta pubblica, è la gestione che è privata”.

Intanto però le bollette crescevano, investimenti nemmeno a parlarne, solo un profitto garantito in una situazione di monopolio di fatto.

Poi su questo tema veniva fatto un referendum dall’esito completamente disatteso, anzi i referendari furono dileggiati, e qualora fossero militanti di un certo partito, anche piccoli ruoli, relegati, messi da parte ed esclusi.

Dopo anni di gestione privata ancora vi sono zone in Valtiberina che non hanno un sistema fognario connesso ai depuratori. Siamo nel 2018, se penso che Roma divenne grande quando costruirono la cloaca.

Si è perso costituendo un sistema sulla raccolta dei rifiuti che regala buchi milionari, una gestione folle ed uno scandalo al giorno.

Andando avanti, si è perso quando 150 mila giovani italiani all’anno devono scappare all’estero per trovare un lavoro decente.

Si è perso quando i giovani che restano in Italia fanno i conti di quando gli scade il contratto di lavoro che hanno in mano in attesa del nuovo, e poi la sera in tv si sentivano dire che tutto questo è bello da chi aveva già sistemato i propri figli a prendere lauti stipendi in qualche posto super fisso.

Si è perso quando manager di aziende statali, dopo averle portate al fallimento è stato consentito di andarsene con buone uscite milionarie.

Si è perso quando gli italiani che avevano il problema di una crisi senza precedenti, chiusure aziendali, delocalizzazioni etc., hanno visto chi governava discutere di riforme costituzionali.

Si è perso quando invece di pensare e affrontare i problemi della gente, sempre chi governava, era impegnato a proporre agli italiani delle belle proposte inerenti il nuovo sistema elettorale alla francese con sbarramento alla tedesca, premio di maggioranza alla svedese, riparto alla russa con doppio salto carpiato alla brasiliana.

Discussioni lontane milioni di chilometri dai problemi reali della gente.

Si è perso quando la crisi delle ormai “famose quattro banche” si è conclusa con il tradimento dei piccoli risparmiatori, prima fatti passare per sciagurati, poi per speculatori, quando in realtà erano persone ingannate e tradite dalle proprie banche del territorio.

Persone per bene, persone che in gran parte erano proprio di quella classe media e operaia che guardava a sinistra e che la sinistra ha tradito.

Capeggiava uno striscione nei loro cortei di protesta: “In terra rossa vi siete scavati la fossa”, mai frase fu più profetica. Ormai la terra rossa non esiste più, ma la fossa è lì, visibile, oserei dire un fossato profondo tra un popolo e una classe dirigente lontana, cieca e sorda.

Si è perso quando alla doverosa necessità di salvare vite umane non è corrisposta una politica di integrazione consentendo il sorgere di un sistema di accoglienza profondamente sbagliato.

Si è perso quando il popolo formato da milioni di elettori che si erano recati alle urne in occasione del referendum sulle trivelle è stato dileggiato con l’ormai famoso e indecente “ciaone”.

Potrei continuare ma cerco di concludere, e mi assumo la responsabilità di quello che sto per scrivere.

In ultimo si è perso quando classe dirigente sconfitta, sempre di sinistra si intende, dopo essere stata bocciata alle elezioni si è auto riciclata in qualche consiglio di amministrazione occupando poltrone comode ma soprattutto ben remunerate.

Si è perso quando nei partiti si è deciso che gli incarichi andavano affidati a chi necessitava di uno stipendio pubblico per campare, non avendo un lavoro o una professione propria, piuttosto che scegliere il più capace.

Ecco, ora il popolo di sinistra si è espresso in modo da spazzare via un’intera classe dirigente. Non c’è più possibilità di alcun riciclo, ma era davvero necessario portare all’esasperazione un popolo che per anni aveva espresso una chiara fiducia mal riposta?

Il catastrofismo come l’esaltazione non mi appartengono.

Chi ha vinto ora deve governare e da cittadino spero che lo faccia bene a prescindere dai colori della maglietta che indossa perché la partigianeria politica deve fermarsi davanti all’auspicio che la cosa pubblica venga ben governata.

Chi ha perso si rimbocchi le maniche, si rinnovi, proponga e soprattutto semini. Ormai la terra rossa che regala i suoi frutti a prescindere non esiste più, ed è un bene, perché costringerà i seminatori a lavorare al meglio.

E questo sarà un bene per tutti, e forse quel popolo perduto potrà ritrovare la propria casa.

Giacomo Moretti
© Riproduzione riservata
27/06/2018 09:11:28

Giacomo Moretti

Nato ad Arezzo – Dopo aver assolto agli obblighi di leva comincia subito a lavorare, dalla raccolta stagionale del tabacco passa ad esperienze lavorative alla Buitoni e all’UnoaErre. Si iscrive “tardivamente” all’età di 21 anni alla Facoltà di Giurisprudenza di Urbino dove conseguirà la laurea in corso. Successivamente conseguirà il Diploma presso la Scuola di Specializzazione per le professioni legali. Assolta la pratica forense, nel 2012 si abilita all’esercizio della professione forense superando l’esame di stato presso la Corte d’Appello di Firenze. Iscritto all’Ordine degli Avvocati di Arezzo esercita la professione forense fino al dicembre 2016. Attualmente si è sospeso volontariamente dall’esercizio della professione di avvocato per accettazione di incarico presso un ente pubblico a seguito della vincita di un concorso. Molto legato al proprio territorio, Consigliere comunale ad Anghiari per due consiliature consecutive. Pur di non lasciare la “sua” Anghiari vive attualmente da pendolare. Attento alla politica ed all’attualità locale e non solo, con il difetto di “dire”, scrivere, sempre quello che pensa. Nel tempo libero, poco, ama camminare e passeggiare per la Valtiberina e fotografarne i paesaggi unici.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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