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La Provincia di Arezzo mette in vendita il vecchio stabilimento Buitoni

Immobile ubicato a Sansepolcro: buste che saranno aperte il 31 maggio

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Eppure qualcosa si muove. Dopo tanta incuria, abbandono e progetti legati al trasferimento dei plessi scolastici, la provincia di Arezzo mette in vendita la parte rimasta del vecchio stabilimento Buitoni di Sansepolcro. Siamo lungo viale Francini: a due passi dal centro storico. Un complesso imponente con tante idee e progetti alle spalle i quali erano stati avanzati nel corso del tempo. Un luogo che profuma ancora di storia, poiché per decenni ha ospitato lo stabilimento Buitoni di Sansepolcro fino al trasferimento nella zona industriale Altotevere: per buona parte è stato già riconvertito, seppure n’è rimasta una bella fetta che da anni giace nell’incuria più totale. Per un periodo è stato anche rifugio di fortuna per alcuni senzatetto, finché la parte pericolante è stata completamente recintata e segnalata. Dove un tempo si produceva pasta e tanti altri prodotti, oggi sorge un centro commerciale insieme ad edifici abitativi. Del vecchio stabilimento resta solamente l’antica ciminiera e un monumento dedicato alla famiglia Buitoni. Oggi, però, la Provincia di Arezzo ha deciso di alienare l’immobile attraverso un’asta pubblica che si terrà giovedì 31 maggio dalle ore 10, nella sede di Piazza della Libertà, con l’apertura delle buste. Valore stimato? E’ di 682.100 euro il prezzo base d’asta, con rilanci in aumento di 20mila euro, e gli interessanti avranno tempo fino a mezzogiorno del 30 maggio per poter presentare la domanda. La porzione oggetto dell’alienazione si sviluppa su tre livelli, terra primo e secondo piano con una superfice complessiva stimata in 5800 metri quadrati: era la parte che ospitava sia il molino che alcuni forni nei quali venivano prodotti i biscotti Nipiol, oltre al reparto confezionamento; ciò significa che dal punto di vista strutturale l’edificio è stato costruito per sopportare sia calore che vibrazioni, seppure nel corso degli anni abbia subito varie fasi di ampliamento. E pensare che sembrava oramai quasi fatta: questo luogo, infatti, era stato individuato per trasferire alcuni istituti superiori biturgensi che trovano attualmente spazio in palazzi nel centro storico che non rispecchiano tutte le caratteristiche relative alla sicurezza. Per varie questioni, oramai fin troppo note, l’idea è tramontata qualche anno fa: sostanzialmente l’ente si impegnava a riqualificare quei locali di proprietà, evitando di andare a pagare canoni di affitto davvero esosi. Ciò che è arrivato a termine è solamente una palestra messa oggi a disposizione delle scuole: edificio che è stato al centro di polemiche, poiché oggetto di numerose infiltrazioni. Anni addietro, poi, era stato anche demolito il sovrappasso di via Francini poiché giudicato pericoloso. Ora, però, potrebbe essere il momento della svolta: la Provincia di Arezzo ha deciso nell’alienazione del bene con un’asta pubblica. Il suo futuro? Potrebbe essere la trasformazione in edilizia abitativa, oppure uffici com’è stata riconvertita la parte adiacente. Se non vi saranno offerte si andrà con una nuova asta, in seconda battuta, con un prezzo base inferiore.

Redazione
© Riproduzione riservata
10/05/2018 10:54:14


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1 commento alla notizia

sanborgo
ha commentato il
11/05/2018 13:04:59

E' proprio vero che quando una cosa non piace non si fa.Le scuole li erano forse più sicure senza dubbio ma la politica se ne frega della sicurezza di ragazzi.Continuiamo a pagare affitti onerosi.Ma poi questi soldi vengono rinvestiti in Valtiberina a Sansepolcro o ad Arezzo? come la solito Restano da noi per qualche opera o vanno sparpagliati in qua e il la a seconda delle richieste politiche di qualcuno.?O come succederà nessuno si farà vivo per acquistare l'immobile.Anche perchè si può comprare ma per renderlo al top ce ne vogliono tre volte di più.Solo la politica quella seria e lo stato poteva mettere mano per le scuole che finalmente avrebbero trovato locazione antisismica e di sicurezza in generale in una zona dove prima o poi il terremoto ritorna,basta leggere la storia sismica della Valtiberina.
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