Sunia e Cgil: “se la politica non entra nelle case che almeno la casa entri nella politica”
No alla legge regionale e ad atteggiamenti discriminatori a livello locale
La casa non rientra tra le priorità elettorali. Ma nemmeno tra quelle amministrative. Il Sunia sottolinea come a livello regionale siano stati distolti fondi dalle case popolari e sia in gestazione una nuova legge che dire preoccupante è poco. “Viene dato per scontato che non ci saranno più risorse e, di conseguenza, viene scelta una strategia di ripiego, di mera sopravvivenza in attesa di una fine che, senza provvedimenti concreti, sarà inevitabile – commenta Fabio Buricchi, Segretario provinciale del Sunia. E’ la stessa strategia seguita per tutti i servizi pubblici che si vogliono privatizzati: sanità, acqua, scuola, … E di conseguenza la legge propone di abbassare i limiti di reddito per poter avere diritto alla casa, quindi accesso solo ai più poveri e, contemporaneamente, di alzar loro l’importo degli affitti”.
Il Sunia, con Gino Troisi, ricorda quelle che definisce le altre “perle” del progetto regionale: “l’abolizione dell’intervento della Regione e del Comune per il fondo sociale per le situazioni di morosità, onere posto a carico degli affitti, che sono così destinati a diminuire per l’ingresso di sole famiglie senza reddito e che, già oggi, non bastano a coprire neppure la manutenzione; una penale per ritardato pagamento dell’affitto che passa dallo 0,5% al mese a 1,50%, il 18% annuo. Una penale che potremmo definire da strozzinaggio”.
La situazione non migliora se dalla Regione Toscana si passa al Comune di Arezzo: “anche qui – sottolinea Buricchi – siamo di fronte ad una serie di pericolose “perle”. Ne ricordo solo alcune: l’invito alla delazione per denunciare le eventuali occupazioni abusive delle case popolari mentre basterebbe chiedere ad Arezzo Casa SPA; la dichiarazione pubblica fatta al Sindaco che le case popolari dovrebbero andare ai soli aretini in nome di una aretinità che gli ha fatto scegliere un assessore alla casa di altra provincia; la mancata risposta alla richiesta di incontro con l’associazione dei comuni della provincia, di cui il comune di Arezzo è coordinatore, incontro richiesto da tutti i sindacati degli inquilini della provincia per verificare se vi sono posizioni condivise per migliorare la nuova legge regionale”.
“La situazione è grave e sottovalutata dalle istituzioni e dalla politica – conclude Alessandro Mugnai, Segretario provinciale della Cgil. Ci auguriamo che la campagna elettorale sia in grado di far iscrivere ila tema della casa nelle agende elettorali. Contemporaneamente auspichiamo che la fine della campagna elettorale determini la fine di atteggiamenti discriminatori che nulla hanno a che fare con la Costituzione italiana, la solidarietà e il buon senso. Stato, Regione e Comuni devono lavorare insieme per garantire la fine dell’emergenza casa. E questo ragionamento deve valere, senza eccezioni, per tutte le persone e le famiglie che vivono legittimamente nel nostro paese”.
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